Forse non tutti sanno che in Italia il Buddismo è la terza religione più diffusa, dopo il Cristianesimo e l’Islam. Si contano circa 94.000 italiani che si sono convertiti al Buddismo. A questi si aggiungono circa 113.900 buddisti che provengono dall’estero, sono immigrati in Italia dai paesi asiatici mantenendo la loro cultura e la loro religione.
Il concetto di morte per la religione buddista è molto diverso da quello della cultura occidentale. Nel buddismo la morte è un aspetto necessario del processo vitale, rende possibile il rinnovamento e una nuova crescita. I buddisti infatti credono nella reincarnazione.
Per gli italiani che si trovano a dover salutare per sempre un proprio caro, può essere difficile capire come organizzare un funerale buddista e come rispettare le ultime volontà della persona che è venuta a mancare. In realtà, anche in Italia è possibile organizzare un rito funebre buddista, rispettoso della cultura del defunto e allo stesso tempo riconosciuto dallo Stato italiano.
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Cos’è il funerale buddista e in cosa consiste
Come si svolge il funerale buddista? Il rito funebre è molto diverso dal funerale cristiano a cui siamo abituati in Italia. Non è prevista nessuna cerimonia in un luogo di culto. Il rito funebre buddista si compone di diversi momenti rituali.
Per prima cosa, quando si verifica un decesso, la salma viene lasciata esposta al sole per un periodo di tempo relativamente lungo, quantificabile in circa 48-72 ore. La tradizione vuole che in questa fase l’anima del defunto, la sua coscienza, possa avere il tempo di abbandonare la dimensione terrena e di uscire dal corpo prima che quest’ultimo venga collocato nel feretro.
Dopodiché si procede con la vestizione, una fase particolarmente simbolica del rito funebre buddista. La vestizione è curata dal “sogiya”, cioè un religioso, un monaco o un professionista dell’agenzia funebre specializzato in questa operazione.
Il corpo del defunto viene poggiato in posizione fetale, a simboleggiare il regresso al grembo materno, oppure in posizione dormiente, posizione in cui spesso è raffigurato il Buddha, con la guancia destra appoggiata alle mani giunte. Il cadavere è poi ricoperto con un lenzuolo bianco, colore che caratterizza tutta la cerimonia. Anche i partecipanti al funerale buddista, infatti, di solito indossano vestiti bianchi. Fa eccezione il monaco, che è abbigliato con l’abito religioso.
Accanto alla salma, o sul petto del cadavere, viene posizionato un coltello, che secondo un’antica credenza servirà al defunto a difendersi dagli spiriti maligni. Si procede poi alla veglia funebre, fatta di candele accese e incenso che brucia, di recitazioni e di invocazioni a cui partecipano tutti i presenti. La veglia di saluto di solito dura almeno per un’intera notte.
Il giorno dopo si posiziona il corpo all’interno del feretro, insieme alla collana composta da 108 grani chiamata Mala. Nella tradizione buddista il feretro di solito è semplice, in legno non verniciato, preferibilmente in cipresso o con rivestimento in paulonia; quest’ultimo di solito è scelto dalle classi sociali meno benestanti. Infine, si officia il rito funebre che prevede letture sacre e formule di rito, da pronunciare in un ordine predefinito.
La maggior parte dei defunti buddisti sceglie la cremazione. In realtà, nella religione buddista non esiste una specifica prescrizione in merito. Dopo la cremazione, le ceneri non devono mai essere disperse ma vanno custodite all’interno di urne e cappelle funerarie.
Come si svolge il rito funebre buddista in Italia
In Italia, le norme igienico-sanitarie legate ai funerali e alle modalità di trattamento e gestione delle salme non consentono di riproporre il rito funebre buddista tale e quale a come avviene nei paesi asiatici e tibetani.
In Italia, ad esempio, è ovviamente vietato lasciare un corpo esposto al sole. Quindi, come concordato con l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, la salma viene posta all’interno di una bara refrigerata, lasciata aperta per un tempo molto più breve delle 48-72 ore previste. Anche la posizione del corpo difficilmente potrà essere fetale o dormiente, poiché l’obbligo del feretro e la sua forma standard obbliga alla postura supina.
Il rito funebre in Italia è officiato da un monaco buddista. Di solito avviene nella casa del defunto, in un tempio buddista o in spazi comunali predisposti, ed è uso bruciare incenso profumato e porre una piccola statua del Buddha vicino al feretro.
Durante la cerimonia, il celebrante recita un particolare formulario che segue uno schema preciso. La cerimonia si chiude in modo solenne, con una frase di commiato e l’invito da parte del celebrante ad alzarsi tutti in piedi, per salutare il feretro prima che venga cremato. La salma dei buddisti infatti viene di solito cremata, seguendo tutte le procedure che già sono in vigore da anni per i defunti laici e cristiani.
Per quanto riguarda la sepoltura dei fedeli buddisti, molti cimiteri italiani prevedono aree specifiche.
Tutte le fasi del rito funebre buddista in Italia sono state concordate dallo Stato Italiano con l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
L’accordo dello Stato con l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai
Soka Gakkai, “Società educativa per la creazione di valore”, è un’organizzazione che opera in Italia dagli anni Settanta. Fa parte della Soka Gakkai Internazionale (SGI), una delle più grandi organizzazioni buddiste del mondo, e riunisce coloro che praticano il Buddhismo secondo l’insegnamento di Nichiren Daishonin, monaco giapponese del XIII secolo.
In Italia Soka Gakkai è stata riconosciuta come ente religioso nel 2000. E nel 2016 il Parlamento italiano ha approvato il disegno di legge che regola i rapporti tra lo Stato e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Il documento interviene in diversi aspetti. Ad esempio, riconosce e garantisce all’Istituto e a tutti coloro che ne fanno parte la piena libertà religiosa, di riunione e di manifestazione del pensiero. Specifica che i ministri di culto godono del libero esercizio del loro ministero e che l’Istituto rilascia un’apposita certificazione della qualifica di appartenenza.
Proprio in questo disegno di legge sono esplicitate anche le regole per i funerali e quelle relative al trattamento delle salme. L’articolo 9, infatti, dispone che il rito funebre avvenga nel rispetto delle regole della tradizione degli appartenenti all’Istituto, purché si svolga in maniera conforme alla normativa vigente nel nostro Paese. Il documento di Intesa tra lo Stato e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai specifica anche che nei cimiteri italiani è possibile dedicare aree riservate ai defunti buddisti.
Le differenze tra il funerale buddista e il funerale religioso o laico
La religione cattolica e quella buddista hanno un aspetto in comune: entrambe credono che la morte riguardi solo il corpo, e non l’anima.
Pur avendo questo aspetto in comune, le caratteristiche del funerale buddista e del funerale cristiano variano nella sostanza e di conseguenza nella forma esteriore. Ad esempio cambiano le formule recitate, cambia anche il modo di addobbare e allestire l’altare: di solito nel funerale buddista viene esposto il ritratto del defunto insieme a candele accese, incenso profumato, fiori e frutti.
E ancora, mentre nella cultura occidentale ai funerali ci si veste di scuro, a un funerale buddista la famiglia del defunto sarà vestita di bianco o coprirà i vestiti con un tradizionale panno bianco.
Organizzare un funerale buddista però non è difficile: sempre più agenzie di pompe funebri italiane si stanno attrezzando per poter soddisfare le ultime volontà dei buddisti che vivono in Italia e per rispondere alle esigenze delle persone e delle famiglie con religione e cultura diverse da quella cristiana.